Volto Santo
Non può essere un dipinto!
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Il Volto Santo è un'immagine di tema religioso conservata nel suo omonimo Santuario. Si tratta di un velo tenue che ritrae l'immagine di un volto, un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande, ritenuto essere quello di Cristo. Secondo Chiara Vigo il velo è di bisso marino, ma c'è anche chi, come Gian Marco Rinaldi, ritiene che tale affermazione non sia provata. L'immagine ritratta, secondo una tradizione, è "acheropita", cioè un'immagine che sarebbe "non disegnata o dipinta da mano umana", ed ha una caratteristica unica al mondo, l'immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. I fili orizzontali del telo sono ondeggianti e di semplice struttura; l'ordito e la trama, visibile ad occhio nudo, si intrecciano a formare una normale tessitura. Le misure del panno sono 0,17 x 0,24 m. Questa reliquia di origine ignota giunse a Manoppello nel 1506, portata da uno sconosciuto pellegrino, scomparso senza lasciare traccia subito dopo aver consegnato il Velo al fisico Giacomo Antonio Leonelli.
Le origini
Il gesuita Heinrich Pfeiffer, docente di Iconologia e Storia dell'Arte Cristiana alla Pontificia Università Gregoriana, dopo 13 anni di studi è convinto si tratti del velo della Veronica, la donna che, secondo la Tradizione cattolica, asciugò il volto di Cristo sulla via del Calvario: a questo proposito, fa notare che sul margine inferiore del Velo di Manoppello si può ancora vedere un frammento di cristallo. Il velo della Veronica era esposto nell'antica basilica di San Pietro in Vaticano già nell'Anno Santo del 1300, tanto che lo stesso Dante ne parla nel canto XXXI del Paradiso (vv. 103-111) e Petrarca in "Movesi il vecchierel..." (sonetto XVI del Canzoniere): qui si trovava in una cappella, abbattuta nel 1608, circostanza in cui fu rubata rompendo il vetro del reliquiario.
Inoltre, padre Pfeiffer ha indagato sistematicamente le opere artistiche che ritraggono il volto di Cristo secondo il Velo prima del divieto in tal senso imposto da papa Paolo V nel 1616: in questo modo ha scoperto che diversi dettagli (il taglio dei capelli, le tracce di sangue, la conformazione del viso, le caratteristiche della barba) sono tutti riscontrabili nel volto che si trova a Manoppello.
Le indagini condotte dal sacerdote Enrico Sammarco e da suor Blandina Paschalis Schlömer hanno riscontrato che le dimensioni del volto presente sulla Sacra Sindone sono le stesse del Volto Santo di Manoppello. Risulta inoltre che il volto della Sindone di Torino e quello che appare nel Velo di Manoppello sono sovrapponibili, con l’unica differenza che nella reliquia di Manoppello la bocca e gli occhi del viso sono aperti.
Il Santuario
Da quattro secoli il Santuario del Volto Santo è meta di pellegrini provenienti dall’Italia e da altre parti del mondo. Studiosi, teologi, filosofi, scrittori, artisti, uomini dotti, personaggi ecclesiastici e politici hanno sostato dinanzi al Santo Volto.
Come tutti i Santuari anche questo è “luogo di conversioni, di riconciliazione con Dio e oasi di pace” (Giovanni Paolo II) , “stazione e clinica dello spirito” (Paolo VI).
Chi desidera informazioni o prenotare un pellegrinaggio al Santuario può rivolgersi all’ufficio pellegrini tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 12.00e dalle 16.00 alle 18.00. Per una buona riuscita si consiglia sempre la prenotazione.
(data da stabilire) novembre a Miglianico (CH)
16 - 17 Gennaio a Fara Filiorum Petri (CH)
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